martedì 18 giugno 2013

Occhi a candela e piedi di piombo

Max: Finché una serata di primavera, fra Genova e New York, proprio in mezzo all'oceano, cadde il quadro.
Venditore: Come sarebbe a dire "cadde il quadro"?
Max: Nonno, non te lo sei mai chiesto perché cadono i quadri?
Venditore: No, veramente.
Max: A me m'ha sempre colpito tutta questa faccenda dei quadri.
Venditore: Ma che cazzo c'entra il quadro!
Max: C'entra! Perché a Novecento quella famosa notte andò come va per i quadri: stanno su per anni, e poi senza che accada nulla, ma nulla dico, FRAN, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, però loro a un certo punto FRAN, cadono lo stesso. Nel più assoluto silenzio con tutto immobile intorno, non una mosca che vola e loro FRAN! Non c'è una ragione, perché proprio in quell'istante? Non si sa. FRAN! Cos'è che succede ad un chiodo per farlo decidere che proprio non ne può più? C'ha una anima anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, il chiodo? Erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere da anni, poi hanno deciso un data, un ora, un minuto, un istante preciso? O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato! "Guarda, io mollo tutto fra 7 anni". "Per me va bene". "Allora intesi, per il 13 maggio". "Ok". "A mezzogiorno". "Facciamo a mezzogiorno e tre quarti". "D'accordo, allora buonanotte". Sette anni dopo, il 13 maggio, a mezzogiorno e tre quarti... FRAN! È impossibile da capire, è una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, sennò esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e scopri che non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi "Io devo andarmene da qui". Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio...


Martedì 18/06/2013 - ore 14:00
Riposino pomeridiano: morire nel sonno è un lusso

Mercoledì - ore 18:30
Sei persino riuscito ad organizzarti il funerale prima di morire. All'uscita da casa la banda suona "Il Piave mormorò". Arrivano persone da tutta Europa, da tutta Italia, da tutta Monte. E' scomparsa una montagna. Ciò che hai fatto, ciò che sei stato ritorna al momento della tua morte. Le persone ti hanno stimato, ti hanno amato e forse anche odiato e ora sono qui. Non lo puoi vedere, ma non importa. Vengono a renderti onore e omaggio come le grandi persone si meritano.

Giovedì mattina - Cimitero di Montescaglioso . ore 9:00.
Il sole sempre più bollente, l'aria arida, le erbacce seccate per terra. Scorre tutto veloce e non c'è neppure il tempo di un saluto. La bara è chiusa. I tuoi cinque figli ti stanno intorno, vorrebbero dirti delle ultime parole che non puoi sentire, sembrano bambini anche se ormai non lo sono più da tempo. Tutti pensavano che fossi immortale, anche se sapevano che non era così. La bara va sigillata e tutti devono uscire perché IL CADAVERE è già in DECOMPOSIZIONE, specifica una cugina, e queste parole arrivano come pugni sulla faccia. Quando le porte si riaprono si sparge nell'aria il profumo intenso della casa dei miei nonni, così dolce e familiare, ricordo d'infanzia intersecato con quello di carne marcia ed è così reale ora. Tutti devono morire. Tu, mio caro nonno, hai fatto una vita lunga e intensa. Hai lavorato e fatto sacrifici, ma hai avuto il piacere di vedere i frutti di tutto questo. Milioni di parole, di sensazioni si mescolano nella mia mente e non riesco a riportarle qui. Quello che avrei voluto dirti è GRAZIE perché nonostante tutti i difetti, nonostante la cocciutaggine, nonostante fossi un uomo di un altro secolo, nonostante scherzassimo un po' sulle tue massime, sei stato insieme alla nonna il nostro punto di riferimento, un esempio da seguire;  GRAZIE perché quello che siamo lo dobbiamo ai vostri sacrifici, alla forza che ci avete messo nel portare avanti i principi di giustizia, solidarietà, lealtà, libertà ed emancipazione anche se è sempre maledettamente difficile farlo; GRAZIE perché nonostante non abbiate avuto la possibilità di andare a scuola, ci avete comunicato l'importanza del conoscere; GRAZIE perché ci ricordate di non dimenticare mai l'umiltà. Nelle scelte di vita, nelle difficoltà vi penso, penso a quello che avete fatto e detto. Non riconosco molti maestri e punti di riferimento, ma voi siete e sarete sempre tali per me. Alla faccia di boriosi professori che credono di poter insegnare cosa sia la vita e non insegnano nulla. Io ho la fortuna di avere da entrambe le parti dei nonni che hanno lasciato la traccia. Se sono quello che sono lo devo prima di tutto a voi. Quindi GRAZIE.

giovedì 6 giugno 2013

Premessa


Buongiorno a tutti,
è incredibile come la vita possa cambiare nel giro di pochissimo tempo. A luglio dell'anno scorso mi sono laureata e poi che fare? Per i laureati in medicina il percorso sembra prestabilito. Dopo la laurea sei vincolato all'ospedale dove non sei assunto, nè pagato, ma speri di poter apprendere qualcosa in cambio del tuo tempo e delle tue energie in attesa del tirocinio dell'esame di stato. Se sei fortunato nei tre mesi di tirocinio ti fanno lavorare e impari anche qualcosa. Naturalmente non sei pagato, ma devi, invece, pagare 500 euro di tasse universitarie. A febbraio esame di stato e poi? Poi comunque non hai molta scelta. Dovevi aver scelto prima cosa volevi fare della tua vita perché la tesi è vincolante per l'ingresso in specialità e poi c'è la DOMANDA: sarà pulito o no il test? E di questo non potrai MAI essere certo. Quali sono poi le tue prospettive? Quando entri capiti in un posto a secondo della graduatoria e non sai se imparerai qualcosa, non sai se ti lasceranno lavorare come medico o se sarai adibito ai compiti di segreteria, non sai se potrai fare ricerca, non sai nulla. Puoi essere fortunato (ma non solo ovviamente devi anche lavorare) e un professore magnanimo o un professore un po' più illuminato (e ce ne sono davvero pochi) ti prende sotto la sua ala e ti fa crescere, investe su di te o, come nella maggioranza dei casi sei in balia del vento della fortuna e non hai alcun potere decisionale, sei servo del caso e soprattutto del tuo futuro capo. Questa prospettiva se vista nel contesto di quelli che sono stati fondamentalmente anni frustranti per l'intelletto e per l'autostima mi stava annientando. Per la maggior parte degli esami che ho fatto, anche se la frequenza era obbligatoria, sono stata fondamentalmente autodidatta dal momento che le lezioni servivano principalmente a fare in modo che i professori prendessero uno stipendio (i professori appassionati e interessati quanto meno a insegnare si contano sulle dita di una mano), ma gli anni di università mi hanno sicuramente insegnato qualcosa di cui sicuramente la nostra classe politica sarà molto soddisfatta e per cui penserà che vale la pena continuare così. Sapete di cosa sto parlando? Sto parlando della mentalità, della sensazione di essere senza speranze, della sensazione che per quanto tu ti impegni, metti tutta te stessa in una cosa, comunque non cambi sostanzialmente nulla, sei completamente e assolutamente impotente. Ed ecco il gregge perfetto! Pensi che ti devi adattare e che anche qualunque tentativo di cambiare le cose sia fallimentare. Sei onesto? Bene, ti pubblicano la tesi senza il tuo nome e non solo non puoi dire nulla perché hanno anche il coraggio di arrabbiarsi, ma devi anche ringraziare perché il professore ti ha concesso di fare con lui la tesi! Non lecchi il culo abbastanza? Non vai da nessuna parte. Possibile che il relatore di tesi non legga la tesi e non venga in seduta di laurea perché è in vacanza?????? Mia sorella ha studiato biologia a Londra e il suo professore ricoverato in ospedale per un problema gravissimo le mandava dal letto di ospedale ogni settimana le correzioni della tesi, i consigli su come impostarla e non si è scusato una volta, ma mille! Ci ho provato ad accontentarmi, a cercare di pensare che andasse bene anche quella situazione perché ormai la mentalità della rassegnazione era profondamente dentro di me, ma alla fine non ce l'ho fatta. Stavo cercando di lasciar andare i miei sogni, la mia voglia di imparare, di andare oltre ed apprezzare le altre belle cose che la vita mi poteva offrire li in Italia: una vita tranquilla, la passeggiata serale con il mio cagnolino, gli aperitivi con gli amici, le passeggiate e chiacchierate con le amiche sui navigli. Tutti questi erano piaceri inaspettati che ho scoperto in questi ultimi anni e in particolare quest anno. Ed era una bellissima sensazione, un calore familiare, una serenità che non credevo nemmeno possibile. C'era poi l'idea di iniziare presto una vita con il mio amore ed era un'idea bellissima che ho sognato per tanti anni. Anche nella mia famiglia c'era una particolare serenità quasi strana. Stranamente iniziavo a sentire di appartenere ad un luogo e la cosa era piacevole. Ma alla fine credo di essere nata nomade. Non ho cambiato molti posti in realtà: sono sempre vissuta a milano, ma è la mia mente a volere sempre esplorare nuovi luoghi, conoscere. Sarà la maledizione del mio nome. Sentivo il mio cervello spegnersi troppo velocemente, arrendersi a non funzionare quanto potesse, sentivo l'incertezza del mio futuro con una potenza inarrestabile. Avevo messo una pietra sopra all'idea di arrivare ad alti livelli di conoscenza, all'idea di provare a fare ricerca, all'idea di poter esplorare nuove parti del mondo, ma oltre a tutto questo che mi uccideva pian piano c'era l'incertezza di un futuro. Entrerò in specialità? Basterà il mio impegno senza raccomandazioni? E dopo aver stazionato i miei cinque anni in specialità troverò un lavoro? Si dice che il momento migliore per fare dei figli siano gli anni di specialità perché almeno hai la maternità e poi? Lo trovi un lavoro che ti piace, poi? Lo trovi un lavoro? Come li mantieni i figli che hai fatto in specialità e se non li hai fatti quando avrai di nuovo la possibilità di stare in maternità? E quando finisci la specialità se tutto va bene hai 30-31anni e ora che aspetti di avere un lavoro stabile, se mai lo avrai non puoi più avere figli! E che futuro dai ai tuoi figli? Se anche avrai i soldi cosa potrei offrire loro? Una madre depressa che può passare loro le sue frustrazioni e un padre che almeno ha la qualità di essere allegro anche se si è dovuto accontentare di quello che fa. Mi dispiace, ma non è questo il futuro che voglio! Non so come sarà qui, ma fino ad ora la sensazione è che sia completamente diverso. Sono qui da un mese e nonostante tutte le incertezze sento dentro di me un entusiasmo che avevo dimenticato come fosse e ho la sensazione di poter di nuovo respirare ossigeno dopo anni con la testa sotto l'acqua. Questo lungo post era una premessa per iniziare a raccontarvi quest'avventura tedesca! Buona lettura e commentate, scrivetemi le vostre opinioni, le vostre esperienze! :)

Fau.


Daniele Sivestri - "Precario è il mondo"

lunedì 20 maggio 2013

Saluti




Mia cara Italia è dura, ma ho deciso di lasciarti. Mi hai vista nascere, della tua aria ho riempito per la prima volta i miei polmoni. Le mie radici si affondano nelle tue curve aspre e desolate, nel cemento e nella pietra, fra olivi ed aranceti. Amo il tuo sapore, i tuoi profumi, amo quello che ho avuto stando con te. Perché ci fanno questo? Perché ti lasci calpestare così? Perché ti lasci distruggere? Sono un’ egoista a lasciarti andare, a lasciarti al tuo destino nelle mani di ipocriti criminali e di deficienti che non sanno guardare oltre il loro naso. Ma non ti abbandono per sempre, sarai sempre nel mio cuore, nel mio sangue scorre la tua anima. Devo andare ora per ritrovare l’entusiasmo che mi è stato risucchiato via minuto dopo minuto, giorno dopo giorno. Devo andare perché non voglio essere una pecora del gregge, perché ti amo e non voglio arrivare ad odiarti, voglio ancora poter fare qualcosa per te e questo è l’unico modo credo. Devo andare perché quello che ti succede mi uccide e ho rischiato di distruggere ciò che mi rende più felice al mondo, quello che da un senso alla mia esistenza. Non ti posso abbracciare ora, amore mio, ma è solo un momento. I tuoi occhi, il tuo sorriso, la tua voce sono la benzina di questo mio motore. Non posso vivere senza di te. Non mi lasciare nemmeno un secondo… Non esisto senza di te. 

Daniele silvestri - Precario è il mondo

giovedì 3 gennaio 2013

NY (3)

Domenica 13.11.2011


Argo Cafè – Columbus Circle, in attesa che Fede faccia la pausa. Qui sono le 8 meno dieci. Musica anni 50’ e chiacchiere di sottofondo. Luci calde e profumo di un caffè che naturalmente non soddisfa le aspettative di un’italiana caffeinomane.

Ny è una città senza orari. All’una e mezza di notte prendi la metro e sembra giorno, è piena di gente. Famiglie, ragazzi vestiti bene per uscire la sera, persone di ritorno da una lunga giornata che si addormentano con la testa poggiata ai poggiamani laterali (fra questi ci sono spesso anch’io). Non esistono davvero orari dei pasti. A Milano se cammini per strada alle 7 di sera o all’una a pranzo, o se in questi orari prendi la metropolitana non trovi quasi nessuno, qui invece non riconosceresti la differenza.
Anche qui nel caffè ci sono persone che bevono caffé, tea, cocktail… avranno mangiato alle 5? Dovranno mangiare più tardi? E chi lo sa. E’ un po’ strano tutto sommato perché in teoria il nostro organismo dovrebbe avere dei ritmi regolari, dormire la notte etc, mangiare a certe ore e invece qui, come credo in generale nelle grandi città questi ritmi sembrano non esistere. I negozi sono aperti fino a tardi la sera o addirittura 24h/24. La maggior parte dei supermercati non chiude prima delle 11 e così anche i negozi. I caffè che normalmente in Italia chiuderebbero alle 7e30 qui rimangono aperti fino alle 10 almeno…
Un’ altra cosa che spicca all’occhio anche solo stando seduta qui in un bar è che ci sono persone di ogni provenienza, di ogni colore tutte mescolate insieme. Qui non credo che si possa definire un Nyorchese tipico in base all’aspetto. Direi che è più il modo di fare, di pensare che può identificare il Nyorchese. Puoi vedere ogni incredibile varietà. Vedi gli afroamericani, loro hanno un particolare orgoglio che riconosci subito, sono sempre un po’ sulla difensiva, soprattutto le donne. Spesso sono molto belli e i bambini sono il massimo, sono di una bellezza incredibile! Ci sono poi gli ebrei, i rabbini con le loro barbone e i cappelli girano sempre in massa. Ne vedo sempre almeno 2 o 3 insieme. I medio orientali non sono molti, si vedono di solito a gestire i baracchini che vendono hot-dog e bretzel  per strada. Ci sono tantissimi sud americani, cinesi e giapponesi.

 L’altro giorno sono andata a China Town, un mondo a parte. Già quando scendi dalla metro ti rendi conto che sei ci sei arrivato perché orde di cinesi ti sfrecciano di fianco già sulle scale. Quando esci sei colpito da colori, odori, suoni non familiari. Infinite bancarelle di pesci, verdure e frutti. Fra i frutti me ne ha colpito una che ha delle strane spine rosa violetto. Ci sono poi le macellerie con appesi animali di vario genere, soprattutto volatili tipo anatre e polli. La varietà di persone è incredibile e questa cosa è assolutamente eccezionale.

Ma vale la pena aprire anche una piccola parentesi sui "bar". Qui come in quasi tutti gli altri paesi che ho visitato non esiste l'idea di bar come in Italia come un posto dove entri ti ordini un caffè al banco o ti siedi a mangiare qualcosa al volo e riparti. Qui esistono, diciamo, i cafe dove puoi ordinare una bevanda calda o un dolce o spesso anche un'insalata, una macedonia o un panino e portarli via oppure sederti e berli e mangiarli li e rimanere a leggere, studiare, lavorare al computer, chiacchierare con gli amici per tutto il tempo che vuoi. L'atmosfera è sempre calda con i mobiletti di legno, i profumi dei tea e dei caffè, il chiacchiericcio della gente, ma nello stesso tempo asettica, impersonale perché ognuno di questi posti fa parte di una catena (starbucks, costa, nero etc) e tutto cioè arredamento, bevande e cibarie, divise del personale e frasi dette, tutto è standard. Se i commessi riescono ad essere gentili ed a personalizzare un po' il rapporto con i clienti, però, l'atmosfera riesce comunque ad assumere sfumature più particolari e personali e si esce dall'alienazione tipica della nostra epoca e tanto ricercata, dalla paura di comunicare con il prossimo per cui più tutto è impersonale più ci piace e nello stesso tempo ci rende infinitamente tristi. Devo dire che a me piace passare qualche ora seduta ad un tavolino in questi posti e leggere o scrivere e sempre quando si riesce ad attaccare bottone con qualche persona curiosa. Mi piace imparare da ogni persona che incontro sul mio percorso.

mercoledì 12 dicembre 2012

Diario da NY (II)


8/11/2011 – NY 2

Stasera mi sono rivista Harry ti presento Sally (naturalmente in inglese) Fa uno strano effetto rivederlo e riconoscere i luoghi della città! Pensate che sono stata a mangiare al Katz, il locale del finto orgasmo! Film a parte è davvero un posto particolare... un posto tradizionale qui a NY dove si mangia il pastrami: carne arrosto affumicata avvolta nel pepe in panini favolosi. Le pareti del locale sono di legno e sono interamente rivestite di foto, ci sono tavolacci e un lungo bancone con tantissime persone che corrono avanti e indietro e affettano carne con enormi e affilatissimi coltelli e cercano di gestire le infinite code di gente che vuole mangiare. Sul bancone e appesi dietro le spalle dei lavoratori ci sono i pezzi di arrosto ancora fumante e il profumo invade ogni angolo del locale. Ogni tanto si vede uscire dalle cucine il cuoco, un enorme e panzutissimo americano con tanto di baffetti biondicci e codino, grembiule inguacchiato e maglietta bianca sporca di sangue animale che trasporta un carrello della spesa con un pentolone enorme pieno di pezzi ancora da tagliare e fumanti di carne affumicata ricoperta di pepe. E poi un ragazzetto mingherlino più piccolo del mega vassoio di patatine fritte che porta in mano! I panini che ti danno sono enormi e con ottomila strati di ripieno! Carne e mostarda (io solo carne). Forse l’orgasmo di Sally non era poi così falso;)

Diario da NY (I)

7/11/2011


Eccomi arrivata a New York. E' la prima volta che volo oltreoceano. Avrei un fiume di immagini che mi scorrono nella testa, di impressioni che vorrei raccontarvi e non so nemmeno da dove iniziare quindi andrò un po' a caso e non ve la prendete per questo!inizio col dire che il fuso orario è una cosa terribile: l'altro ieri mi sono addormentata a Central park da sola per un'ora e poi sulla metro sbagliando la fermata! Non ce la facevo proprio a stare sveglia! una cosa pazzesca! Mi addormentavo ogni 2 sec... narcolettica praticamente! Oggi va meglio però! la sensazione è che la città sia bellissima, impressionante. Ti fa sentire davvero piccolo e insignificante e nello stesso tempo essere qui (e pensate quindi viverci) ti fa montare la testa, ti fa un po' sentire al centro del mondo! E' una città con un sacco di contraddizioni: ci sono per esempio i poliziotti a cavallo con divisa vecchio stile in mezzo a Time Square (grattacieli altissimi, videopubblicità...), i cibi sono grasso che cola eppure in moltissimi ristoranti ti scrivono nel menù di fianco ad ogni piatto le calorie.



A ny è praticamente impossibile perdersi perché le strade sono nominate con numeri e sono praticamente tutte perpendicolari fra loro. Invece in metropolitana è facilissimo! Non ho mai visto una metropolitana così poco logica e con così tanti trucchetti che puoi sapere e capire solo se stai qui per molto tempo! Ci sono fermate in cui non si può cambiare senso senza uscire dalla fermata sprecando il biglietto oppure in cui in una sola stazione le fermate sulle due linee che si incrociano hanno nomi diversi. Inoltre le fermate della metro sono spesso pericolose. Al mattino per poter raggiungere l'uscita giusta per cambiare metro devo passare da una specie di passaggio segreto strettissimo che passa lungo il bordo della striscia gialla e si rischia di volare nei binari!!! I grattacieli sono impressionanti, altissimi e al tramonto iniziano ad accendersi le luci e diventa uno spettacolo e poi sul fiume oggi il sole che scendeva ha fatto diventare tutti i palazzi d'oro lungo la riva! Poi ci sono un sacco di artisti di strada e io adoro sentire musica agli angoli delle strade... mi sembra che dia senso alla musica, mi sembra il modo migliore per ascoltarla, perché così vive insieme alla città, è più emozionante perché si arricchisce degli odori, dei rumori della città, delle emozioni delle persone che si fermano lì ad ascoltare.


Lo spirito della città è particolarmente capitalistico! Da un certo punto di vista è bello perché nonostante la crisi la possibilità del tipico sogno americano (lavoro come un matto, cerco di fare il massimo e forse riesco ad ottenerlo) la senti nell'aria e infatti è pieno di gente da tutto il mondo! E' una città ultra-multiculturale, più di Londra, ma tutto il resto sinceramente non mi piace! l'idea di Libertà è molto strana, esagerata ed in effetti alla fine è quasi anarchia. La filosofia chiave sembra essere: "se ce la fai con le tue forze buon per te altrimenti arrangiati!" e a me non piace proprio sinceramente. Io rimango fedele all'idea europea di libertà che comprende l'idea che la comunità, lo stato esiste perché ti dia delle tutele (anche se ormai è solo una teoria).
Insomma è tutto davvero affascinante, ma anche molto spaventoso... non credo che vorrei viverci in un posto così! non mi sentirei mai al sicuro! Per esempio la sanità è ancora peggio di quanto pensassimo: non solo hai bisogno dell'assicurazione, ma non sempre poi l'assicurazione paga, molto spesso paga solo se vai negli ospedali convenzionati con la tua assicurazione altrimenti rischi di pagarti un migliaio di dollari comunque! La burocrazia raggiunge livelli folli che nemmeno in Italia sarebbero pensabili! Per ora queste sono le prime impressioni guardandomi intorno, parlando con un po' di persone qui, vedremo come si evolveranno... Vi racconto solo un ultima cosa scioccante. Il primo giorno mentre tornavo dall'aeroporto mi è capitato di chiacchierare con una giovane coppia sulla metro. Erano un ragazzo nero di 30 anni e una ragazza bianca di 27 con il loro bambino carinissimo e addormentatissimo di 3 anni. Erano del Bronx. Lei sembrava molto più sveglia e studiava anche se non so cosa, lui era molto simpatico e molto americano, non so che lavoro facesse, ma senti che roba pazzesca. Il ragazzo non aveva idea che in italia si parlasse una lingua diversa dall'inglese e (mi sa) che in generale fosse possibile che esistesse una lingua diversa dall'inglese! E non sapeva dell'esistenza di una moneta diversa dal dollaro!!! pensava anche che con 10000 dollari tu potessi comprare una casa! Assurdo no???? Pazzesco!!!!!

venerdì 21 ottobre 2011

Novità




Il tempo passa, lo insegui e non riesci mai a prenderlo. Ora posso dire che sono cambiate tante cose. Ed è incredibile che sia più confusa di prima. Oggi ho visto una bambina nascere. E' stata un'esperienza sorprendente, incredibile. Ho visto un piccolissimo esserino uscire dalla vagina di sua madre, ancora non capace di respirare, ancora tenuto in vita dal corpo della sua mamma. L'ho visto piangere, iniziare a muoversi, aprire gli occhi. Pochi istanti ed era fuori... Non so nemmeno come spiegarlo, non credo sia possibile! E' delicato e cruento allo stesso tempo, è misterioso, stranissimo. La madre sfinita, la vagina lacerata e sanguinante, il padre così impotente, preoccupato, premuroso, di una dolcezza infinita.
Sono al Collegio di Milano. E' una novità assoluta. E' una vita diversa. E' strano forse stare in un collegio nella città in cui vivi, ma andare via da casa ti fa cambiare prospettiva sulle cose, inizi a vedere il mondo in un modo diverso: nuove persone, tantissime nuove persone... simpatiche, antipatiche, alte, basse, italiane, straniere. Tante esperienze di vita diverse, ospiti. Scopri cose che non pensavi e riesci davvero a vedere le cose da una prospettiva diversa dalla tua. Ero arrivata in un punto stagnante in cui sentivo di star affogando in una routine monotona che non mi apparteneva, iniziavo a sentire il mio campo visivo sempre più stretto, la mia vita sembrava su un binario banale già prestabilito, forse lo è ancora, ma inizio di nuovo a vedere l'immensità del cielo, le nuvole muoversi, il rosso del tramonto impregnare il cielo e poi scomparire nel nero della notte. E' tutto di nuovo aperto e confuso, forse questo mi disorienta, ma nello stesso tempo mi sembra di ricominciare a respirare, ritrovo la voglia di esplorare, di capire,di fare...
Fra poco più di una settimana parto per New York. Non sono mai stata oltre oceano, quasi mai stata fuori dall'Europa. Com'è nella realtà quel mondo? Spero di riuscire a scrivervi da lì e a raccontarvi un po'. Spero di riuscire questa volta davvero a riprendere a scrivere.
Ciao, a presto.