domenica 27 gennaio 2008

Nuvole


Solita finestra, questa volta è mattina però... siamo a Gennaio e sembra Primavera, il cielo azzurro quasi senza nuvole. Ombre e piccole macchie di sole che luccicano sotto le piccole palme mosse dal vento leggero, freddo. Amo la notte perchè è come essere più vicini alla verità, come avere un quadro completo, di notte puoi intravedere il resto dell'universo, il cielo impolverato di stelle e ti rendi conto di quanto sei nulla e senza senso di fronte al tutto, quanto ogni piccola cosa, un litigio, una guerra, un amore, la filosofia, la storia non siano nemmeno una briciola, nemmeno un atomo in confronto. Il giorno, l'azzurro, il sole nascondono tutto questo, ti fanno sentire importante o almeno qualcosa, in un certo senso ti ridanno la speranza. Oggi nemmeno questo funziona, nemmeno quell'azzurro falso riesce a farmi trovare un senso, la voglia, una ragione per continuare, per tentare di trovare e mantenere ogni giorno un equilibrio che non esiste. Quando la stanza iniziava a ricomparire e sentivo rumore di tacchi provenire da sopra o dal corridoio di casa mia, la realtà era ancora parte delle immagini che scorrevano nei sogni di questa notte che nemmeno saprei dire quali siano stati; che giorno fosse...mattina, sera, pomeriggio, se fossi nel mio letto, nella mia stanza, in casa mia... non l'avrei potuto dire in quel momento. Ancora i tacchi... via turati, l'odore di caffè, profumo di mia madre in corridoio. Mi alzo lentamente, la vedo vestita e inizio a capire dove sono, mi ricordo della riunione a cui vuole andare, la vedo vestita di tutto punto, entusiasta. Non è convinta certo del P.D., la politica italiana è deprimente, ma lei pensa ancora che si possa, si debba fare qualcosa, che si possa partire dal basso, lavorare sulla mentalità delle persone, una per una, trasmettere i propri pensieri, i propri valori, le convinzioni. La guardo. Vedo un momento di ottimismo, come la luce che si vede sotto una porta chiusa di notte. Penso che, forse, vorrei andare anche io.. poi immagino la riunione, immagino le parole che si diranno e mi sembrano senza senso, so già quali saranno, mi sembrano retorica senza un riferimento alla realtà, mi sembra il cantiere abbandonato di un palazzo con un progetto eccezionale. Guardo mia madre e vedo il suo entusiasmo, vedo le lotte di un'intera vita e vedo che ancora non si è scoraggiata anche se per ogni miglioramento che c'è ci sono mille sciacalli che riescono a girare la frittata e creare il vuoto intorno ad un concetto, riescono a far rimanere la scatola di cioccolatini intonsa da fuori, bella, perfetta eppure svuotata da dentro, magicamente, senza che nessuno se ne renda conto. Cerco, scavo dentro di me eppure quell'entusiamo che di solito riesco a tirare fuori, non lo trovo... vuoto. Vedo libri enormi, interessanti, attraenti, ma ... enormi, tantissimi, pile infinite, vedo infinite giornate uguali, racconti di particolari amorosi, di litigi in cui cambiano i soggetti, ma le storie sono sempre uguali, vedo film con la stessa storia, canzoni solo d'amore, vedo uomini che appaiono, che mi fanno innamorare ogni volta di più e li vedo andare via, scomparire nel nulla... E ancora vedo progetti, voglio fare questo quest altro, voglio essere più sicura... Quello che vedo è un'eterna preparazione a qualcosa che non so nemmeno cosa sia, un'attesa infinita, ma di cosa? Qualcosa che non si realizza mai. In quel momento stamattina, mentre pensavo a tutto questo, proprio in quell' istante ho capito cosa avrei voluto rispondere ad Alberoni quando ho letto il suo articolo sulla gioventù vista come una massa di esseri insulsi, egoisti, senza valori e senza idee... Quando lo avevo letto mi era montata una rabbia incredibile, quello che volevo dirgli allora era non è vero! Io sono giovane e non sono così, io ho dei progetti, delle idee, so quello che voglio fare, so che voglio esserci, combattere l'entropia nel mio piccolo anche se il disordine ci sarà sempre! E così come me ci sono migliaia di giovani che semplicemente sono soli, isolati, ma ora lo so cosa voglio rispondergli, so cosa dire a questi intellettualoidi che sanno solo parlare, che credono di saper fare un'analisi perfetta, matematica, storica, dati oggettivi, prove!!!! Bisogna essere ciechi per dire che questi non valori vengono dal sessantotto, che questi imbecilli di giovani depravati, fannulloni sono i figli di un sessantotto. Vorrei dire ad Alberoni che si parla di persone, con una mente, con dei bisogni, soprattutto quello di avere una sepranza e non di dati oggettivi, non di leggi ben definite e comunque inventate. Quello che ha creato questa gioventù sbandata in alcuni casi, ma soprattutto sola non è il sessantotto, ma è la società, la sua organizzazione o meglio la sua disorganizzazione, come questa sia riuscita a risucchiare via la speranza ai giovani. Io studio medicina e qual'è la mia prospettiva? Di dover lecccare i piedi a qualche professore per poter entare in una specialità? Cosa devo fare per un esame? Studiare al massimo, capire, pormi domande e tentare di trovare una risposta, imparare e dubitae oppure fare la tesina impaginata su pagine lucide con sullo sfondo un'elegante stilografica, belle rilegate e con qualche immaginetta, ma senza concetti magari o con concetti copiati e incollati da qualche ipse dixit? Chi va avanti?

Pensate, queste sono le prospettive di una ragazza di vent'anni che punto primo ha la possibilità dio studiare, punto secondo, studia medicina, all'università, che, quindi, ha una fortuna immensa rispetto a moltissime altre persone. Queste sono le speranze che si possono avere: di non poter avere per merito, ma solo per raccomandazione, di dover dire quello che pensa qualcun altro per avere una voce in capitolo! Cosa pensa allora chi non riesce ad avere un lavoro se non, magari, per pochi mesi,chi vive per racimolare qualche soldo per arrivare a fine mese lavorando tutto il giorno dalle sette alle nove pulendo case, senza nemmeno la prospettiva di poter avere una famiglia? Questo è quello che avete prodotto voi politici, voi gente al governo che fingete di occuparvi dei bisogni e nemmeno vi riece più bene, nemmeno siete un gran che come demagoghi! Vi sorprendete poi se i giovani non fanno nulla e si trascinano da una "festa" all'altra, si drogano, bevono? Che speranza da una società del genere? Cosa possono trasmettere i genitori ai loro figli? E non parlo dei figli di papà, quei mostriciattoli viziati che popolano le scuole del centro di Milano, quelli non li prendo nemmeno in considerazione, quelli sono la versione negativa dei diamanti, ci sono in tutte le società, in ogni epoca, non spariscono mai e non variano nel tempo, comunque sono una minoranza (anche se purtroppo quella che poi, ironia, ha il potere)...

Mentre pensavo tutto questo mio padre è venuto a dirmi che oggi se ne andava, un altro litigio, un altro non parlarsi per giorni, settimane, ormai non ha neppure più importanza il tempo: questa vita sembra un trascinarsi inutile senza senso. Mi chiedo se ne valga la pena, perchè continuare... per un istinto che ci lega a questo mondo che a me, che sono una persona fortunata, ora, sembra comunque infernale. Tutto è un continuo prepararsi, un continuo attendere e nulla sembra mai avere una conclusione, tutto rimane in sospeso...

Mia madre torna dopo un'oretta, nessuna riunione, ma la POSSIBILITà di votare e anche di candidarsi, niente discussioni, idee nuove, proposte, ma pensa puoi votae per qualche sconosciuto che non sai nemmeno cosa pensi, questa è democrazia! Tutto questo sì che è entusiasmante!

Scopre che papà è andato via, per oggi, senza neppure dire dove ed ecco le stesse parole di ogni volta, di rabbia, ma per cosa? Non lo sanno neppure loro il motivo, è tutto un arrancare su vecchi rancori, vecchie speranze o no senza neppure speranze vecchie. Immagino di dirle perchè non vi lasciate, perchè non ve ne andate ognuno per la vostra strada e che stupida... mi viene da piangere, non perchè la mia famiglia si rompperebbe che comunque è una certezza che crolla, ma perchè li vedo fra qualche anno, magari io e mia sorella via da qualche parte... non so nemmeno dove e loro, ciascuno solo, totalmente senza neppure il via vai di gente che vedono ogni giorno, che racconta loro problemi, storie di vita o di istanti, di piccoli momenti. Nemmeno potranno più vivere la vita degli altri. Perchè? perchè ora non hanno speranza, perchè fra le mille difficoltà non riescono a vedere nemmeno un momento felice, perchè vedere un sorriso sulle loro labbra è un evento raro. E anche io oggi, davanti a tutto questo sento ancora più falso quell'azzurro e vedo la faccia nera della luna, vedo la luce che si distorce davanti ad un buco nero. Non vedo le stelle dal pozzo... chi sa magari sono solo coperte dalle nuvole o magari no.

mercoledì 23 gennaio 2008

Gocce di rugiada



Scrivere.. questa sera ho voglia di scrivere, sarà il vento fresco,
saranno le nuvole rosa nell'azzurro o le quattro stelle che si vedono
vicine o lontane dalla luna, sole nel cielo nero nero… Ci sono di
quelle sere in cui respiri l'odore del freddo e ti ricordi di momenti
passati, di attimi in cui hai sentito quello stesso mistero, una volta
sul tram di sera andando a teatro quando arrivi per la prima volta
nella piazza che diventerà parte della tua vita e non lo sai, quella
che tutte le volte che ci vai ti viene la malinconia, che tutte le
volte ti ricordi di quanto sei solo davanti alla luna grande, rossa in
quelle sere… la stessa piazza che di giorno è solo un grande spazio
pieno di alberi e di persone che vanno e vengono con le loro
preoccupazioni e di sera è vuota, c'è solo il pub davanti alla fermata
del tram con l'insegna gialla e il barista solo che si fuma una
sigaretta, c'è il rumore del vento, il sussurro delle foglie
accarezzate. Ho sempre pensato che tutte le volte che ci sarei passata
di sera, di notte, mi avrebbe ricordato della solitudine e dell'amore
insieme e invece anche lei mi ha sorpreso e ho scoperto qualcosa di
nuovo… Che strano quest anno.. questo periodo che neppure so definire,
questo periodo in cui penso a tutto e a niente, in cui un giorno ho un'
ossessione che mi tormenta e un giorno tutto si trasforma. Tutto è
diverso e uguale nello stesso tempo… Il tempo si distorce, a volte
corre, a volte sparisce e sparisce lo spazio e le preoccupazioni, i
doveri… sono come sospesa nella nebbia fra gli alberi, in una città
addormentata, deserta nel gelo, nel fumo piccante che brucia gli occhi
e la gola, nell'azzurro che sfuma, diventa blu dolce, profondo,
allegro, preoccupato, sincero… Cos'è tutto questo? Cos'è questa mia
droga? Una candela, un fiammifero nel buio, agli occhi sei barlume che
vacilla.
Leggo parole, infinità di parole, fiumi.. Amore, fantasia,
illusione, tristezza.. sapere e non sapere… perché vivo? Perché sento…
Sono sogni quelle parole, mesi, anni di sogni, mi sembrano gocce di
rugiada sulle foglie al mattino presto nel silenzio, ancora nel buio,
gocce che riflettono la luce gialla dei lampioni ancora accesi nel
cortile pieno di alberi, enorme… o il rumore tenue di una fontana che
muore nella notte… o il sussurro delle foglie mosse dal vento… sono
parole magiche, che ti fanno innamorare di un luogo, di una canzone, di
un momento che non hai mai visto, ascoltato e che non hai vissuto, ma
che diventa parte all'improvviso del tuo passato. E' strano che dei
piccoli segni su una pagina ti facciano entrare nella vita di una
persona, di un personaggio, ti facciano sentire nello stesso tempo solo
perché sono passate, inventate, sono di un altro, ricordi di cui non
fai parte e anche parte di un tutto, senti nello stesso tempo, insomma
che non sei solo, che qualcuno sente le tue stesse cose anche se in
modi, momenti diversi.. Che dire? Ho scoperto che si può ogni tanto non
essere soli.

"Comptine d'un autre été"- Yann Tiersen- Amelie
'' Pas
si simple''- Yann Tiersen- Amelie