martedì 18 giugno 2013

Occhi a candela e piedi di piombo

Max: Finché una serata di primavera, fra Genova e New York, proprio in mezzo all'oceano, cadde il quadro.
Venditore: Come sarebbe a dire "cadde il quadro"?
Max: Nonno, non te lo sei mai chiesto perché cadono i quadri?
Venditore: No, veramente.
Max: A me m'ha sempre colpito tutta questa faccenda dei quadri.
Venditore: Ma che cazzo c'entra il quadro!
Max: C'entra! Perché a Novecento quella famosa notte andò come va per i quadri: stanno su per anni, e poi senza che accada nulla, ma nulla dico, FRAN, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, però loro a un certo punto FRAN, cadono lo stesso. Nel più assoluto silenzio con tutto immobile intorno, non una mosca che vola e loro FRAN! Non c'è una ragione, perché proprio in quell'istante? Non si sa. FRAN! Cos'è che succede ad un chiodo per farlo decidere che proprio non ne può più? C'ha una anima anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, il chiodo? Erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere da anni, poi hanno deciso un data, un ora, un minuto, un istante preciso? O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato! "Guarda, io mollo tutto fra 7 anni". "Per me va bene". "Allora intesi, per il 13 maggio". "Ok". "A mezzogiorno". "Facciamo a mezzogiorno e tre quarti". "D'accordo, allora buonanotte". Sette anni dopo, il 13 maggio, a mezzogiorno e tre quarti... FRAN! È impossibile da capire, è una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, sennò esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e scopri che non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi "Io devo andarmene da qui". Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio...


Martedì 18/06/2013 - ore 14:00
Riposino pomeridiano: morire nel sonno è un lusso

Mercoledì - ore 18:30
Sei persino riuscito ad organizzarti il funerale prima di morire. All'uscita da casa la banda suona "Il Piave mormorò". Arrivano persone da tutta Europa, da tutta Italia, da tutta Monte. E' scomparsa una montagna. Ciò che hai fatto, ciò che sei stato ritorna al momento della tua morte. Le persone ti hanno stimato, ti hanno amato e forse anche odiato e ora sono qui. Non lo puoi vedere, ma non importa. Vengono a renderti onore e omaggio come le grandi persone si meritano.

Giovedì mattina - Cimitero di Montescaglioso . ore 9:00.
Il sole sempre più bollente, l'aria arida, le erbacce seccate per terra. Scorre tutto veloce e non c'è neppure il tempo di un saluto. La bara è chiusa. I tuoi cinque figli ti stanno intorno, vorrebbero dirti delle ultime parole che non puoi sentire, sembrano bambini anche se ormai non lo sono più da tempo. Tutti pensavano che fossi immortale, anche se sapevano che non era così. La bara va sigillata e tutti devono uscire perché IL CADAVERE è già in DECOMPOSIZIONE, specifica una cugina, e queste parole arrivano come pugni sulla faccia. Quando le porte si riaprono si sparge nell'aria il profumo intenso della casa dei miei nonni, così dolce e familiare, ricordo d'infanzia intersecato con quello di carne marcia ed è così reale ora. Tutti devono morire. Tu, mio caro nonno, hai fatto una vita lunga e intensa. Hai lavorato e fatto sacrifici, ma hai avuto il piacere di vedere i frutti di tutto questo. Milioni di parole, di sensazioni si mescolano nella mia mente e non riesco a riportarle qui. Quello che avrei voluto dirti è GRAZIE perché nonostante tutti i difetti, nonostante la cocciutaggine, nonostante fossi un uomo di un altro secolo, nonostante scherzassimo un po' sulle tue massime, sei stato insieme alla nonna il nostro punto di riferimento, un esempio da seguire;  GRAZIE perché quello che siamo lo dobbiamo ai vostri sacrifici, alla forza che ci avete messo nel portare avanti i principi di giustizia, solidarietà, lealtà, libertà ed emancipazione anche se è sempre maledettamente difficile farlo; GRAZIE perché nonostante non abbiate avuto la possibilità di andare a scuola, ci avete comunicato l'importanza del conoscere; GRAZIE perché ci ricordate di non dimenticare mai l'umiltà. Nelle scelte di vita, nelle difficoltà vi penso, penso a quello che avete fatto e detto. Non riconosco molti maestri e punti di riferimento, ma voi siete e sarete sempre tali per me. Alla faccia di boriosi professori che credono di poter insegnare cosa sia la vita e non insegnano nulla. Io ho la fortuna di avere da entrambe le parti dei nonni che hanno lasciato la traccia. Se sono quello che sono lo devo prima di tutto a voi. Quindi GRAZIE.

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