lunedì 25 febbraio 2008

...il tram non arriva (parteIII)


Ma erano passati molti secondi, minuti, ore… quel tempo la aveva vista
cambiare… Quelle parole le aveva dette a qualcuno che non esisteva
più… esteriormente… nessuna di quelle persone tanto insicure da
insultare gli altri doveva conoscere la sua insicurezza e ogni giorno
si sforzava di recitare e ogni giorno riusciva meglio nel suo intento.
E più fingeva, più parlava, più gli altri riuscivano a cogliere un
barlume del suo essere… di quello che voleva essere… Eppure qualche
volta non riusciva a nascondere la sua amarezza, la sua delusione per
l'indifferenza e ricadeva in un silenzio che la rendeva invisibile,
trasparente in mezzo a tante voci prepotenti che non dicevano nulla…
Ora cosa pensava lui? Ora che aveva potuto vedere la sua dolcezza, ora
che si era accorto della sua esistenza, ora che per qualche secondo
infinito si era perso nei suoi occhi profondi.. nulla…
Ha paura, sola in quel silenzio… il telefono suona a vuoto: immagina
il rumore a casa sua delle voci impazzite di persone che non si vedono
da tempo infinito, impazienti, incapaci di attendere che le altre si
siano spente per riempire la stanza di un brusio assordante… Nessuno
si è accorto della sua assenza… E' abbandonata nella notte… Sola
nell'infinito immenso sente di essere come morta… questa sera lei non
esiste. Sola con il telefono muto.
Il tram non arriva.
Ricorda… una sera… un lampadario di candele e i soffitti affollati di
angeli, di fiori dai colori caldi, la musica dolce, un valzer di
antica memoria, abiti magnifici di sete preziose, spiriti inquieti di
ragazzi negli abiti eleganti dei padri ed i sorrisi compiaciuti di
quelle invitate a ballare. Tutti danzavano, la faccia arrossata dal
bicchiere di vino che avevano bevuto?
Mani grandi sui fianchi rotondi, occhi negli occhi, voce spezzata..
lei guardava… dentro di sé sentiva un vuoto… così assordante che
diventava piacere, piacere di sentire dolore…
Ricorda… notte… gli occhi che brillano delle luci, dei colori, dei
sapori della festa, i corpi ancora caldi e un po' sudati per il ballo
a contatto con l'aria gelida della notte, il rumore eccitato e stanco
dei tacchi sull'asfalto ruvido… poi silenzio, massaggio delicato del
motore del pullman, buio… nessuna luce, solo quella dei lampioni che
scorrevano veloci e della luna splendente nel suo pallore d'argento e
lui… era seduto al suo fianco nelle strette poltrone… Appoggia il suo
capo delicato sul corpo morbido di lei. Un braccio attorno alle spalle
e la mano sul torace caldo che si alzava e si abbassava tranquillo…
Una curva: scivolava la testa sul suo seno e per timore che si facesse
male con la mano salvava il capo fragile… che strano era toccare quel
volto morbido…
Un' altra curva e di nuovo lo aggiustava con delicatezza, lo accarezzava.
Passava la mano fra i suoi capelli.
Appoggiava le labbra sulla sua testa profumata,
sulla fronte fredda.
Tenerlo fra le sue braccia…
Accarezzarlo…
Appoggiare la bocca dolce fra i suoi capelli, sulla sua fronte..
Accarezzargli il collo, il volto abbandonato sul suo seno, fra le sue
mani come un oggetto fragile e prezioso…
Le mani fra i capelli…
Il suo respiro silenzioso e tranquillo… Il suo corpo bellissimo,
addormentato, immobile come quello di un bambino…
Sensazione indimenticabile, di piacere mai provato prima, insperato…
mai aveva sentito così vicina una persona… era come se facesse parte
di lei, non era più sola…
Immagini e ricordi di quel calore nel freddo di questa sera…
illusione, l'illusione dei sensi che a poco a poco con lo scorrere del
tempo lento o veloce si svuota di cose, si svuota del reale, rimane
ricordo di piacere, amore e in questa sera entra a far parte del vuoto
terribile.
Piange ancora… i ricordi l'avevano distratta dal silenzio, dalla
vacuità oscura della notte ed ora in essa la riportavano…
Sbatte un portone dietro di lei… sussulta e si gira… nessuno…
Il tram non arriva… Silenzio, silenzio, silenzio assordante. I sensi
tutti attenti a cogliere il minimo rumore… il corpo teso, immobile,
irrigidito…
Il fruscio delle foglie sembra il fruscio di abiti, le ombre dei rami
scossi dal vento, ombre di malvagie presenze…
Si stringe nella giacca nera, il capo fra le ginocchia: un secondo,
due secondi, tre, quattro, cinque, un minuto… anche il tempo si
distorce, la tortura infinito… tutto diventa lentamente nebbia scura,
le luci dei lampioni, tonde aureole, si spengono…sfiancata dalla
tensione lotta contro i suoi occhi che vogliono chiudersi… Buio.. Buio
totale, poi meste rovine nell'incolta campagna di notte, nella nebbia…
scalini tortuosi e ripidi… le sue gambe non si muovono… si sforza,
scuote il resto del corpo nel tentativo di spostare quelle gambe
maledette…
<<Aspettatemi!>> urla ma non la sentono… non riescono a sentirla… non vogliono…
<<Aiuto!>>
Nessuno si volta e le loro figure scompaiono nella nebbia, non si
sentono più le loro voci… Tutto tace, immobile.
Impossibile muoversi, non escono suoni dalla sua bocca… la sua
disperazione è inutile…
Attende.

Nessun commento: