sabato 23 febbraio 2008

Sere di Febbraio (parteII)


Mi guarda, uno sguardo intenso che mi imbarazza… ma ritorna subito ai
suoi pensieri. Accavalla le gambe…torna come prima… si lascia
scivolare sulla sedia stravaccato… la signora con la giacca lavanda lo
osserva accigliata, un po' schifata, ma ritorna subito a "Chi".
Stride una porta, arriva pesante odore di incenso..
<< Arrivederci dottore, grazie… mi saluti sua moglie>>
<< Certo, grazie, buonasera e mi raccomando torni appena fa gli esami.>>
Il dottore si affaccia alla porta sorridente di un sorriso spontaneo.
Penso che mi ispira fiducia.
La signora con la giacca lavanda gracchia un saluto ammirato e i suoi
occhietti incrostati lo guardano trasognati.
<<Buongiorno Mangiapanni. Venga pure Amobi>>.
Il ragazzo/uomo accenna un sorriso stanco, si alza. Escono. La porta
stride di nuovo, l'odore di incenso lentamente si dirada.
Nel posacenere il mozzicone lascia ancora qualche traccia di fumo,
piccole schegge rosse che si stanno spegnendo fanno intravedere
residui di un passato che scompare, che diventa polvere
insignificante. Lo schermo del computer riflette la sua alba dorata,il
mare piatto, la sua quiete silenziosa sul panello di plastica che
protegge il muro. Blocchetti, penne, fogli scarabocchiati pieni di
appunti, richieste, visite, un'agenda fitta di appuntamenti,
certificati pronti e da fare.
Anche il dottore sembra stanco, le occhiaie profonde, la barba bianca
e incolta, movimenti affaticati, pesanti, lenti. Entrambi gli uomini
si siedono senza parlare, per un istante si guardano. Milioni di
secondi, migliaia di ore, di giorni, infiniti pensieri diversi…
diversi luoghi sfiorati, persone incontrate ed eccoli lì, due uomini
qualunque, stanchi, le menti erose da preoccupazioni che si accumulano
negli anni che, ormai, sembrano insostenibili… eccoli lì. Seduti agli
opposti di una scrivania in una stanza qualunque che si guardano senza
parlare e chi sa perché si sentono per un istante vicini.
<< Allora? Che mi dici?>>
Il ragazzo gli porge un plico di fogli… non c'è molto da fare, da
sapere, da scoprire di più. Poco cambia.. un piccolo miglioramento o
un lieve peggioramento… non ha importanza, la situazione non cambia
comunque.
<< Che dire, dottore? Non so cosa fare…>>
Il dottore guarda gli esami, nulla di nuovo, la situazione è stabile.
<< Ne hai parlato con la tua fidanzata?>>
<< Non so come fare, dottore, lei mi capisce? Non so come dirglielo,
io qui sono solo.. quattro anni nella miseria che tento di racimolare
dei soldi per questo matrimonio… e così… ora… non lo so… non lo so…>>
Silenzio. Rumore di macchine che corrono, gente che urla, motorini, in
realtà il silenzio non esiste nemmeno di notte lì. Il ragazzo guarda
il tavolo, cambia posizione, giocherella con una penna.
<< Non so davvero cosa fare…>>
Sembra parlare più a se stesso, continuare a cercare una soluzione che
non trova, deludere chi si ama…
<< Sa, ogni volta che tento di rivedere la sua immagine nella mia
testa, di risentire la sua voce, mi accorgo che un particolare è
scomparso, come se avessi di fronte una foto sfocata, come se qualcuno
continuasse ad abbassare il volume… Mi ricordo la sua dolcezza… i suoi
occhi intelligenti... Sa, lei è un insegnante lì in Tunisia, mi ha
insegnato lei l'italiano… non è un matrimonio combinato. L'ho
conosciuta al mercato.. era venuta a comprare della verdura… che
occhi, dottore, che bocca… l'ho accompagnata, sa… era pesante.. la
verdura intendo – sorriso ironico- e poi non lo so… poi i ricordi si
confondono, cosa venga prima, cosa dopo… non lo so… Quattro anni che
non la vedo, che la sento una volta al mese… non lo so… il matrimonio
è fissato per luglio… Ma qui, dottore, sono solo. Nessuno con cui
parlare, nessuno da abbracciare, da baciare… come ho fatto… l'aids!
Che idiota… Come faccio a dirglielo, come posso mettere su una
famiglia, fare figli… rischio di infettare anche lei… non posso più,
capisce dottore? Non posso sposarla… devo annullare, annullare il
matrimonio>>
E' strano vedere un uomo, alto, grande, scuro, un uomo che piange…
vedere la sua debolezza, la sua solitudine sbattuta in faccia.
<<Amobi, ascolta… guardami… non puoi annullare il matrimonio così, non
sei solo tu che devi decidere. E' difficile deludere le persone che si
amano, ma tu devi dire queste cose che mi hai detto alla tua ragazza.
Molla tutto ora e vai in Tunisia, parlale, occhi negli occhi e sarà
lei a decidere. Non lo puoi sapere se ti perdonerà o no. Cos'hai nella
vita? Perché sei venuto qui? Cos'hai da perdere a parlarle?>>
Silenzio…
<<Ha ragione, dottore, devo farlo… non ho niente… nessuno… tutto
questo non ha senso... Allora come vanno gli esami?>>
<<Nulla di nuovo… la situazione è stabile… Sai per avere bambini sani
potete fare la fecondazione artificiale e lo sperma viene ripulito..
la situazione dovete affrontarla insieme… Amobi… abbiamo finito, ma la
prossima volta vieni se hai parlato con la tua ragazza.. mi sono
spiegato? Guardami… Non ti vedo ancora convinto..
<<Va bene, dottore, le parlerò.>>
<< Asciugati la faccia e beviamoci un caffè.>>

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