sabato 23 febbraio 2008

Sere di Febbraio (parte III)


Stride la porta...
<<Grazie per il caffè, le parlerò.. arrivederci dottore, grazie.>>
<<Arrivederci Amobi>>
Passi nel corridoio, il ragazzo/ uomo guarda nella sala d'attesa,
accenna un sorriso di saluto, gli occhi un po' arrossati… esce.


<<Aspetta papà… ti accompagno… aspetta un secondo che mi devo mettere
le scarpe e la giacca… papà, ma mettiti la giacca almeno… guarda che
si gela>>
L'enorme cane nero saltellava poco aggraziato col guinzaglio in bocca
e spazzava soprammobili con la coda.
<< Inizio a uscire.>>
<<Arrivo!>>
Esce… si ferma un attimo nel cortile.. brusio di voci e qualche risata
stridula dal ristorante di fianco… odore intenso di carne sulla
griglia e del freddo… freddo improvviso sulla pelle, sulle guance
accaldate… vento leggero che la accarezza, che sfiora le foglie… luci
gialle dei lampioni. Guarda verso l'alto, il lampadario anni trenta
della signora Zolla, la signora dei cani affacciata che parla con la
madre all'altra finestra, un ragazzo niente male al terzo piano che si
fuma una sigaretta… guarda il cielo… qualche stella, qualche nuvola…
nero con sfumature arancioni… pensa ai suoi occhi, alle sue labbra
secche, delicate, timide…
Corre fuori, attraversa veloce la strada e scavalca..
<<Papà!>>.. lo raggiunge.
<<Attento al tram! Hai visto che bella serata?>>
<< Sai oggi mi ha telefonato un mio paziente tunisino..>>
<<Mh… e? Chi è?>>
<< E' un ragazzo di vent'otto anni..>>
<<Carino?>>
Sorride- <<Un bel ragazzo>>
<<Mh… Interessante..>>
<< Si è appena sposato…>>
<< Ah! Peccato! Beh, comunque, a parte gli scherzi dimmi…>>
<< L'ho visto per la prima volta un anno fa… mi è arrivato conciato
male, l'ho mandato a fare gli esami e… aveva l'aids.>>
<<Cavolo!>>
<< Doveva sposarsi a breve e aveva deciso di annullare il matrimonio…
era qui da quattro anni da solo… sai ad un certo punto… insomma alla
fine ha preso l'aids e voleva annullare il matrimonio… tu che gli
avresti detto?>>
<< Mah… penso… probabilmente… mah… penso che gli avrei detto di dire
tutto alla ragazza, almeno di provare a spiegarle la situazione… non
lo so… poi, cavolo… non so se avrei avuto il coraggio di raccontare
tutto alla ragazza al suo posto, ma che altro poteva fare d'altronde…
alla fine da solo qui, senza nemmeno la ragazza… boh… senza speranze…
terribile. Ma poi che ha fatto? Alla fine quindi si sono sposati.. non
hai detto che è sposato?>>
<< Si, infatti. Alla fine è tornato al suo paese… sai, comunque… oltre
tutto aveva anche paura di infettarla, niente figli… ma è tornato, le
ha parlato. Ora sono venuti qui in Italia e oggi mi ha telefonato per
dirmi che hanno preso l'appuntamento per l'inseminazione e… va beh
insomma per chiedermi varie robe necessarie per la visita…>>
<< Wow! Meno male… cavolo che tristezza.. però che grande lei! Alla
fine doveva amarlo davvero tanto… Aspetta, guarda che il portone è
aperto..>>
Entrano.
Lento il portone si richiude.
Luci gialle, auto in doppia fila, un tizio delle rose che tenta di
rifilarne qualcuna a quelli davanti al ristorante altezzosi e
insignificanti nelle loro pellicce, minigonne inguinali nel gelo di
una splendida sera di fine febbraio.

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